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06-02-2017
ASCOLTO, FIDUCIA, EMPATIA: LA RICETTA ALLA BASE DELLA CURA
“UNO dei bisogni fondamentali dell’uomo è quello di parlare e l’esperienza ci insegna che vuole parlare di sé. Ne consegue che se il medico vuole conoscere il suo paziente (e quindi curarlo meglio) deve lasciarlo parlare di sé. È impegnativo, ma non è una perdita di tempo, come qualcuno potrebbe pensare. Il dialogo fa bene sia al malato che alle cure, perché solo ascoltando il paziente il medico può capire fino in fondo se la terapia funziona o se ha bisogno di essere ricalibrata sulla situazione di 'quel' malato”. Sono le parole di Umberto Veronesi che fanno da prefazione al libro di medicina narrativa “Parole che curano”, scritto a quattro mani dalla pediatra Franca Parizzi e dal giornalista scientifico Maurizio Fossati.
La malattia descritta nei trattati di Medicina ha ben poco in comune con la malattia vissuta. Ecco perché i professionisti sanitari dovrebbero sforzarsi di recuperare il senso della cura e dell’assistenza alla persona nella sua globalità. La scienza e la tecnologia dovrebbero sempre essere adattate al singolo e integrate con l’approccio “narrativo”; può essere questa una nuova strada, molto efficace, per costruire, passo dopo passo, una migliore “cultura della salute”.
La malattia descritta nei trattati di Medicina ha ben poco in comune con la malattia vissuta. Ecco perché i professionisti sanitari dovrebbero sforzarsi di recuperare il senso della cura e dell’assistenza alla persona nella sua globalità. La scienza e la tecnologia dovrebbero sempre essere adattate al singolo e integrate con l’approccio “narrativo”; può essere questa una nuova strada, molto efficace, per costruire, passo dopo passo, una migliore “cultura della salute”.